Azioni della scuola per l'inclusione scolastica

Inclusione e differenziazione

Punti di forza:

La sensibilità per il tema della diversità e dell'inclusione è generalmente molto alta. L'Istituto è scuola polo per l'accoglienza dei NAI e degli studenti da poco in Italia, al cui inserimento nel sistema formativo contribuisce in prima istanza, anche attraverso la progettazione curricolare formativa e la programmazione personalizzata, oltre che attraverso la predisposizione di insegnamenti di Italiano L2. La scuola ha investito in attività di recupero delle competenze rivolte agli studenti che hanno manifestato fragilità. Sono stati proposti corsi di recupero, sportelli tenuti dai docenti per gruppi ristretti di alunni e un progetto di tutoraggio fra pari. Numerose sono state anche le attività di potenziamento, rappresentate in particolare dalla partecipazione a gare interne o esterne all'Istituto (sportive, di Matematica, Fisica, Informatica, Italiano), dal progetto del teatro in lingua, dall'ampliamento dell'orario di apertura e delle attività della biblioteca e da percorsi extracurricolari preparatori ai corsi universitari.

Punti di debolezza:

Nonostante i numerosi interventi di recupero, permane un numero significativo di studenti con sospensione del giudizio al termine dell'anno scolastico. Si segnala inoltre una criticità molto seria nell'ambito del riorientamento degli studenti che, soprattutto nell'arco del biennio, manifestano il desiderio di cambiare indirizzo di studi: i numeri molto alti di alunni per classe nelle scuole del Comune rendono spesso impossibile il trasferimento, con ricadute anche gravi sulla motivazione allo studio e sul percorso di chi non può riorientarsi.

 

Definizione dei progetti individuali

Il Piano Educativo Individualizzato è lo strumento fondamentale attraverso il quale si creano i presupposti per realizzare il diritto all’istruzione e all’educazione di alunni e alunne con disabilità. Il PEI è discusso, approvato e verificato dal Gruppo di Lavoro Operativo (GLO), costituito per ciascun alunno e alunna con disabilità e valido per un anno scolastico, con il supporto fornito dall'Unità di Valutazione Multidisciplinare (UVM) dell'Azienda Sanitaria Locale; quest’ultimo è l'organo collegiale che ha redatto il Profilo di Funzionamento o in questa fase transitoria la Diagnosi Funzionale.

Il GLO è composto dal team dei docenti del consiglio di classe, ivi compreso l’insegnante specializzato per il sostegno didattico ed è presieduto dal Dirigente scolastico o da un suo delegato. I genitori dell’alunno con disabilità partecipano ai lavori del GLO così come lo studente o la studentessa. Il Decreto Interministeriale 182 del 29 dicembre 2020 sancisce l’adozione da parte di tutte le istituzioni scolastiche del modello nazionale di PEI e nelle Linee Guida indica, come partecipanti al GLO, altre persone definite «figure professionali specifiche, interne ed esterne all’istituzione scolastica che interagiscono con la classe e con la bambina o il bambino, l’alunna o l’alunno, la studentessa o lo studente con disabilità».

L'individuazione di tali figure richiede pertanto una precisa autorizzazione formale da parte del Dirigente scolastico. Requisito essenziale è che si tratti di una "figura professionale" che abbia un'interazione con l'alunno e con la classe. Tra le figure esterne all'amministrazione scolastica, ma che operano stabilmente a scuola, si possono considerare le persone che forniscono l’assistenza specialistica per l'autonomia e la comunicazione, nominate dall'Ente locale. Tra le figure esterne al contesto scolastico, possono prendere parte al GLO: specialisti e terapisti dell'ASL, specialisti e terapisti privati segnalati dalla famiglia, operatori/operatrici dell'Ente Locale, soprattutto se è attivo un Progetto Individuale, componenti del GIT. 

La famiglia è tenuta a presentare gli eventuali specialisti privati e ad autorizzarli a partecipare agli incontri, nonché a mantenere riservati i dati sensibili, nel rispetto delle norme sulla privacy. Uno specialista privato può essere individuato quale partecipante del GLO solo se dichiara di non essere retribuito dalla famiglia e la sua partecipazione ha valore consultivo e non decisionale. 

L'UMV (Unità di Valutazione Multidisciplinare) dell'ASL di residenza dell'alunno/a o dell'ASL nel cui distretto si trova la scuola, partecipa a pieno titolo ai lavori del GLO tramite un rappresentante designato dal Direttore sanitario della stessa. Nel caso in cui l’ASL non coincida con quella di residenza dell’alunno, la nuova unità multidisciplinare prende in carico l'alunno dal momento della visita medica, acquisendo la copia del fascicolo sanitario dello stesso dall'ASL di residenza. L'istituzione scolastica concorda con l’ASL le modalità operative più idonee per offrire a ogni GLO il tipo di supporto più adatto. 

Nelle scuole secondarie di secondo grado è assicurata la partecipazione attiva delle studentesse e degli studenti con disabilità al GLO che le/li riguarda, nel rispetto del principio di autodeterminazione, sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. In particolare, si avrà cura di sviluppare «processi decisionali supportati», ai sensi della stessa Convenzione ONU.

Infine possono essere chiamati a partecipare alle riunioni del GLO anche altri specialisti che operano in modo continuativo nella scuola con compiti medici, psico-pedagogici e di orientamento, oltre che i collaboratori scolastici che coadiuvano nell’assistenza di base.

Il D. Lgs 66/2017 prevede diversi incontri del GLO, il primo è finalizzato alla redazione e approvazione del PEI e si svolge di norma entro e non oltre il mese di ottobre, inoltre deve essere calendarizzato almeno un incontro di verifica intermedio per accertare il raggiungimento degli obiettivi e apportare modifiche o integrazioni al piano didattico, ed un incontro conclusivo e finale da tenere entro il mese di giugno con la duplice funzione di verificare l’andamento generale e formalizzare delle proposte di sostegno didattico e di altre risorse per l’anno successivo. Quindi gli incontri del GLO previsti per ciascun alunno/a in un anno scolastico sono almeno tre. Mentre solo per alunne e alunni che abbiano ottenuto per la prima volta la certificazione della condizione di disabilità ai fini dell’inclusione scolastica, è prevista entro il mese di giugno la convocazione del GLO per la redazione del PEI in via provvisoria.

I genitori dell’alunno con disabilità (oppure chi esercita la responsabilità genitoriale) partecipano ai lavori del GLO contribuendo alla discussione, all’approvazione e all'eventuale revisione del PEI. Vi è una relazione continua tra personale docente, team per l’inclusione e la famiglia; gli scambi di informazioni non si limitano agli incontri del GLO, ma sfruttano il canale comunicativo più adatto alle esigenze dei genitori (incontri in presenza, comunicazioni cartacee, e-mail o contatti telefonici) per garantire la piena collaborazione tra i soggetti coinvolti a tutela dello studente o della studentessa. 

La valutazione viene effettuata da tutti i docenti del Consiglio di Classe e si basa su criteri e modalità di valutazione stabiliti nei singoli PEI predisposti per ciascun alunna o alunno. È necessario ricordare che il percorso didattico per gli studenti e le studentesse con disabilità può essere: ordinario, personalizzato (con prove equipollenti) e differenziato. Le prime due opzioni portano al conseguimento del titolo di studio, mentre un percorso differenziato porta al rilascio di un attestato di competenze.

La prima applicazione della programmazione differenziata richiede una formale proposta del Consiglio di classe ai genitori. Un eventuale passaggio dalla programmazione differenziata a una valida per il conseguimento del titolo è possibile se lo decide il Consiglio di classe, in base agli elementi di valutazione in suo possesso e con adeguata motivazione.

In alternativa per gli alunni con disabilità che seguono percorsi didattici differenziati è possibile su richiesta delle famiglie la possibilità di rientrare in un percorso didattico personalizzato con verifiche equipollenti a condizione che lo studente superi delle prove integrative, relative alle discipline e ai rispettivi anni di corso durante i quali è stato seguito un percorso differenziato.

La continuità didattica dei docenti di sostegno nei vari anni scolastici viene sempre favorita, quando possibile, per garantire relazioni significative con il gruppo classe e creare dei progetti di inclusione con uno sguardo rivolto al futuro dell’alunno/a.

La scuola sul piano dell’orientamento in ingresso predispone un progetto ponte per il singolo nuovo iscritto con disabilità che prevede incontri con educatori e insegnanti del ciclo precedente e colloqui con le famiglie.  

Per gli alunni e le alunne frequentanti il quarto e il quinto anno e per i quali il GLO ha individuato l’opportunità di alternare attività di orientamento e esperienze di lavoro, si possono prevedere Percorsi Integrati di Orientamento tra Formazione, Scuola e Territorio (P.I.O.F.S.T.) sostenuti dalla Provincia di Bologna e realizzati con la collaborazione della Formazione Professionale. Tali percorsi si strutturano attraverso specifiche attività integrate a quelle curricolari e svolte anche in ambienti esterni alla scuola (imprese o laboratori dell'Ente di Formazione); esse hanno forte valenza formativa e di avvicinamento al lavoro.

ATTIVITÀ DI INTEGRAZIONE E SUPPORTO 

La scuola si impegna a fornire ausili ed interventi specifici per studenti in qualunque modo svantaggiati, nell’intento di favorire la loro integrazione scolastica.

Nei consigli di classe di ottobre/novembre vengono presi in esame tutti i casi di alunni con BES (Bisogni Educativi Speciali), utilizzando una scheda di osservazione, con specifici indicatori. 

Per gli alunni con disabilità viene elaborato dal GLO il PEI, mentre in presenza di alunni con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) viene predisposto dai Consigli di classe e condiviso con i genitori un PdP in cui sono esplicitate le misure dispensative e gli interventi di individualizzazione pensati per lo studente oltre agli strumenti compensativi (Legge 170/2010).

Nel caso in cui i Consigli di classe individuino studenti con BES per svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale, provvedono a redigere un Piano didattico Personalizzato (PdP) con le indicazioni specifiche per materia, a firma anche dei genitori degli studenti. 

Il PdP può essere anche temporaneo in base ai bisogni dello studente interessato. Nel corso dello scrutinio di gennaio e nel corso dei Consigli di classe di marzo e maggio si effettuano successive verifiche, per eventuali adattamenti del PdP.

Inoltre la scuola collabora con il SEST (Servizio educativo scolastico territoriale) e applica il protocollo d'intesa in materia di contrasto alla dispersione scolastica e formativa ed il ritiro sociale per i minori residenti nel comune di Bologna. 

Attività integrazione alunni stranieri (NAI)

Il liceo Copernico è inserito dal mese di aprile 2014 nella rete di scuole che ha aderito al Protocollo per l’accoglienza e l’inclusione degli alunni stranieri sottoscritto dalle direzioni didattiche e istituti comprensivi della città di Bologna. Nella rete il liceo Copernico ha funzione di scuola-polo per l’area nord-est, in collaborazione con l’IC7, che assume un ruolo analogo per le scuole secondarie di primo grado. La funzione delle scuole polo consiste nello svolgere la prima accoglienza e l’orientamento per i minori stranieri di recente arrivati in Italia (NAI) accompagnandoli e monitorandoli nel percorso scolastico più appropriato.

Oltre a ciò il liceo Copernico è dotato dal 2008 di un proprio Protocollo d’accoglienza interno, successivamente aggiornato con gli accordi e le direttive vigenti1, che riguarda gli alunni stranieri effettivamente iscritti al liceo; il protocollo riguarda perciò, oltre ai NAI di cui sopra, anche studenti già inseriti nella scuola italiana che evidenziano ancora difficoltà dovute all’origine non italiana.

Il protocollo d’accoglienza è un documento che viene deliberato dal Collegio Docenti. Contiene criteri, principi, indicazioni riguardanti l’iscrizione e l’inserimento degli alunni non italiani, definisce compiti e ruoli degli operatori scolastici in materia, traccia le diverse fasi dell’accoglienza e individua pratiche condivise per quanto concerne:

• inserimento e integrazione degli alunni non italiani

• strategie di sostegno all’apprendimento, in particolare per quanto riguarda la lingua 2

• successo scolastico e valutazione

Occorre qui premettere alcune osservazioni sulle peculiarità della presenza di alunni non italiani nei licei. E’ vero che si tratta di un fenomeno limitato rispetto ad altre scuole superiori e, anzi, gli studenti appena arrivati dal paese d’origine sono piuttosto rari. D’altra parte il tipo di studio che si richiede dagli studenti del liceo può mettere in difficoltàanche ragazzi che apparentemente hanno una buona conoscenza della seconda lingua, perfino quando si tratti di immigrati di seconda generazione, i quali soffrono di carenze linguistiche specifiche, facilmente confuse con la mancanza di impegno o di capacità. Le difficoltà suddette, o un’imperfetta conoscenza del sistema scolastico italiano da parte dei ragazzi e delle loro famiglie, determinano molto spesso l’abbandono scolastico, con migrazione ad altre scuole tradizionalmente ritenute “più facili”. Questo ovviamente è in contraddizione con la prospettiva di un’integrazione bene equilibrata fra i diversi tipi di scuola, come sarebbe invece auspicabile.

Pertanto l’azione programmata si articola su diversi obiettivi:

• organizzare l’accoglienza degli alunni appena arrivati dal paese d’origine.

• migliorare la comunicazione con le famiglie per un più corretto orientamento e riorientamento

• mettere a fuoco le difficoltà espressive che derivano specificamente dal bilinguismo, cercando le strategie più adatte per superarle, compatibilmente con le esigenze di un curriculum scolastico che è già notevolmente impegnativo.

• prevenire il disagio nei minori stranieri e favorirne l’integrazione con gli studenti italiani.

Prima accoglienza per i nuovi arrivi (NAI)

Al primo ingresso nella scuola il personale di segreteria prende nota dei dati del minore e di chi lo accompagna. Se la famiglia si è presentata autonomamente2 verifica che la zona di residenza sia nell’area nord-est, in caso contrario la indirizza alla scuola polo di pertinenza. Fissa un appuntamento per il colloquio di accoglienza. Fornisce indicazioni sulla documentazione necessaria per l’iscrizione nella scuola italiana.

Durante il colloquio d’accoglienza il referente per gli stranieri compila una scheda con i dati utili dello studente (anagrafica, percorso scolastico, interessi e prospettive, conoscenza della lingua). Prospetta alla famiglia le diverse possibilità della scuola italiana e propone un percorso appropriato. Se la richiesta riguarda lo stesso liceo Copernico, espone chiaramente alla famiglia le eventuali difficoltà che lo studente potrebbe incontrare e le prospettive che la scuola offre sia per quanto riguarda il curriculum generico, sia per quanto riguarda le iniziative di supporto agli studenti stranieri.

Il referente per gli stranieri o il dirigente verificano la disponibilità di posti nella scuola o nelle scuole così individuate. Dopo averne ottenuto l’assenso, la segreteria invia i dati fin qui raccolti all’istituto di destinazione, verificando in seguito che l’iscrizione sia andata a buon fine. Qualora invece sia stata giudicata appropriata l’iscrizione interna si passa ai punti successivi.

Iscrizione interna degli studenti NAI

Il referente per gli stranieri, in accordo con il dirigente, individua una classe in cui inserire lo studente, previo parere favorevole del coordinatore e/o di altri membri del Consiglio di classe.

Ai sensi delle norme vigenti lo studente deve essere inserito nella classe che gli compete per età anagrafica o in quella immediatamente precedente.

Se opportuno si può predisporre un test di accertamento sulle materie caratterizzanti del percorso scolastico per la determinazione di una classe superiore alla prima3.

Appena completata l’iscrizione lo studente viene segnalato al CPIA che lo iscrive (previo test di livello) a corsi pomeridiani di italiano L2 e predispone un programma per far sostenere allo studente l’esame di terza media (obbligatorio perché il percorso di secondaria superiore sia ritenuto valido).

Il referente per gli stranieri prepara l’accoglienza dello studente, coinvolgendo la classe nell’integrazione del nuovo compagno. Attiva tutte le risorse disponibili per l’alfabetizzazione (se necessaria) predisponendo eventualmente un orario alternativo con attività fuori classe anche in orario curricolare. Insieme al consiglio di classe prepara un percorso personalizzato.

Alunni stranieri provenienti dalla scuola italiana

Il personale di segreteria accoglie l’iscrizione e fa compilare una scheda di rilevamento da consegnare al referente per gli stranieri. Consegna alla famiglia documentazione bilingue sulla scuola (se disponibile).

Il referente esamina la documentazione eventualmente trasmessa dalla scuola media di provenienza e comunica al consiglio di classe le criticità.

Il coordinatore di classe rileva le situazioni di disagio e criticità, sia in generale sia per quanto riguarda l’italiano L2 segnalandole al referente per gli stranieri. Se necessario il cdc convoca la famiglia per approfondirne le motivazioni e le aspettative e valuta la possibilità del percorso personalizzato o del riorientamento.

Il referente per gli stranieri raccoglie ed interpreta i dati globali. Propone e coordina, sulla base dei dati raccolti, interventi di sostegno all’apprendimento.

Il percorso personalizzato

Per gli studenti che manifestano considerevoli difficoltà di tipo linguistico il Consiglio di Classe individua, se necessario, percorsi facilitati o, nei casi più difficili, per obiettivi (ipotizzando così un livello minimo di conoscenza per raggiungere la sufficienza).

Il percorso può essere rivisto e corretto dopo il primo scrutinio.

Il percorso non costituisce la chiave di volta per una promozione garantita, ma è lo strumento per aiutare gli studenti da poco inseriti nella scuola italiana a superare le iniziali difficoltà, così come prescrive la legge. Di fronte ad adeguata motivazione e ad un impegno costante può costituire la premessa per una valutazione articolata nell’arco di due anni.

Secondo gli accordi sopra citati il percorso di sostegno allo studio e facilitazione non si esaurisce con il secondo anno ma si estende a tutti e cinque gli anni, sia pure in forma non intensiva.

La documentazione relativa viene conservata nel fascicolo personale dello studente in Segreteria, in modo che i Consigli delle classi successive possano prenderne atto.

Alcune prassi possibili:

In base anche alle competenze pregresse del ragazzo i docenti del Consiglio di Classe selezionano le unità didattiche che meno richiedono, per un corretto svolgimento, competenze linguistiche evolute.

Si può assegnare allo studente del lavoro individuale, extra o in sostituzione di quello collettivo. Per alcuni argomenti è forse possibile che il ragazzo trovi libri di testo nella propria lingua o in lingua veicolare. Per quanto riguarda italiano, storia, storia dell’arte può preparare relazioni sulla propria cultura d’origine, ecc.

Le valutazioni di un corso italiano L2 possono in certi casi integrare la valutazione di italiano.

Le attività di supporto di italiano L2

Tali attività sono articolate e flessibili, gli studenti ne usufruiscono in misura diversa e con varie combinazioni in ragione delle esigenze curricolari e del loro livello linguistico.

Possono comprendere:

• lezione in classe omogenea con insegnante di italiano L2

• sportello didattico individuale o in gruppi ristretti, con insegnanti di materie curricolari, che impartendo conoscenze e competenze analoghe a quelle della classe curino anche l’acquisizione di un lessico specifico e l’esposizione.

• pacchetti didattici su specifiche competenze forniti dall’insegnante L2 da svolgere autonomamente

• tutoring fra pari su materiali forniti dai docenti, gestito da studenti italiani (è anche possibile utilizzare l’ora alternativa a religione)

• laboratorio linguistico

• lezioni in e-learning

Figure interessate

Collaborano alle azioni, nelle loro diverse parti e per le loro specifiche competenze, oltre al Preside, al personale di segreteria e ai Consigli di Classe:

• la funzione strumentale per l’accoglienza e l’orientamento in entrata

• Il referente per gli stranieri

• i docenti che svolgono corsi e sportelli di supporto di italiano L2

• i responsabili di progetti connessi alla prevenzione del disagio, all’educazione interculturale e multietnica.

Il referente per gli stranieri

Oltre a svolgere i compiti sopra accennati il referente per gli stranieri:

• redige il progetto stranieri annuale in ragione delle esigenze e delle opportunità che si presentano di volta in volta

• mantiene rapporti e collabora, quando possibile, con i referenti delle altre scuole e con enti ed istituzioni del territorio che a vario titolo si occupano degli stessi temi.

• raccoglie e archivia materiale documentario (compreso quello prodotto nella scuola)

• collabora alle attività che favoriscano l’integrazione.

 

PROGETTO STUDENTE- ATLETA DI ALTO LIVELLO

In ottemperanza al Decreto del Ministro n. 43 del 3 marzo 2023, la scuola continua ad aderire al progetto sperimentale per gli studenti atleti di alto livello, già previsto in precedenza dal DM n. 279 del 10 aprile 2018.  Il progetto ha la finalità di consentire la migliore fruizione del diritto all’istruzione anche agli studenti-atleti impegnati in attività sportive di rilievo nazionale e di conciliare il percorso scolastico con quello agonistico attraverso la formulazione di un Progetto Formativo Personalizzato (PFP). Nell'Istituto è presente un docente referente del progetto, con il compito di definire, in coordinamento con la componente sportiva interessata e con i Consigli di classe competenti, il PFP per ogni studente atleta, al fine di individuare gli strumenti più adeguati per supportare lo studente e accompagnarlo verso il successo scolastico.

ISTRUZIONE DOMICILIARE E SCUOLA OSPEDALE

La scuola predispone progetti di Istruzione domiciliare, possono essere attivati per alunni e alunne che a causa di gravi patologie sono sottoposti a terapie domiciliari che impediscono la frequenza regolare della scuola per un periodo non inferiore ai 30 giorni, a seguito di formale richiesta della famiglia e di idonea e dettagliata certificazione sanitaria. Il servizio è erogato anche per periodi temporali non continuativi, qualora siano previsti cicli di cura ospedaliera alternati a cicli di cura domiciliare. Il consiglio di classe dell’alunno elabora un progetto formativo, indicando il numero dei docenti coinvolti, gli ambiti disciplinari cui dare la priorità, le ore di lezione previste. La richiesta di Istruzione domiciliare, corredata dalla documentazione necessaria, sarà presentata al competente Comitato tecnico regionale, che procederà alla valutazione della documentazione presentata, ai fini della successiva assegnazione delle risorse.

Inoltre, in presenza di studenti o studentesse ricoverate presso strutture ospedaliere, la scuola si impegna a riconoscere l’attività didattica svolta presso la sezione ospedaliera ed a fornire tutto il supporto necessario perché è indispensabile il raccordo con la scuola di appartenenza dell’allievo ospedalizzato, per concordare interventi formativi coerenti e finalizzati alla maturazione globale della persona attraverso la condivisione di un progetto formativo. La presenza di più figure educative comporta la necessità di collaborazione tra tutti i soggetti. L’alunna e l’alunno ospedalizzati sono presi in carico dalla sezione ospedaliera, che opera in sintonia e raccordo con la scuola di appartenenza.